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2020, un anno inatteso – 2021, un anno da costruire

2020, un anno inatteso – 2021, un anno da costruire

Il 2020 sta per finire e sicuramente rimarrà nella nostra memoria e nella storia.

Molte persone si stanno scambiando gli auguri, con messaggi che invitano a dimenticare presto il 2020, a cercare nel 2021 il ritorno ad una normalità, in realtà ancora lontana.

Il 2020 è un anno da ricordare per progettare il nuovo anno, per fare tesoro degli insegnamenti che abbiamo vissuto sulla nostra pelle e che ci hanno costretto a guardare ciò che non volevamo guardare: la nostra fragilità, la nostra onnipotenza effimera, l’illusione di poter controllare ogni attimo della nostra esistenza, le ingiustizie che la pandemia ha esasperato.

La pandemia ci ha ricordato prepotentemente che nessuno si salva da solo, lo ha detto al mondo anche Papa Francesco nella preghiera in Piazza San Pietro, il 27 marzo: “Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda“.

In questi lunghi mesi di sofferenza e paura, sono stati molti i segni di condivisione, di amore, di collaborazione: ciascuno di noi li ha sperimentati, ne ha sentito l’effetto come un balsamo su una ferita, ne ha donati nei piccolo gesti quotidiani.

Sono questi i semi che possono nascere nel 2021: semi di speranza, per continuare a guardare avanti, semi di collaborazione, per essere vera comunità, semi di luce, per illuminare il buio della paura e della sfiducia.

Con questo animo la Chiesa termina ogni anno, con il canto del Te Deum. Con questo animo, ringraziando Dio per quanto ricevuto e affidando a lui il tempo che ci è donato, iniziamo il 2021 ricordando le parole di Don Orione: “solo la carità salverà il mondo“.

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