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Kiev – La sfida è bella, grande, attuale

Kiev – La sfida è bella, grande, attuale

Don Moreno Cattelan e il chierico tirocinante Mykhailo Demchuk ci scrivono belle notizie riguardanti la missione in Ucraina a Kiev, esattamente un anno dopo dal loro insediamento; qui di seguito quanto ci inviano.

Il 2 ottobre dello scorso anno iniziava la nostra nuova avventura a Kiev. A distanza di un anno possiamo fare un piccolo bilancio di quanto siamo riusciti (nonostante l’ostacolo Covid-19) a realizzare in questi dodici mesi.

Dopo una prima conoscenza del territorio sia a livello ecclesiale che sociale, ci siamo inseriti nella parrocchia greco-cattolica di San Nicola, in centro città.  La scelta è stata determinata dal fatto che in questa comunità c’era la possibilità di svolgere alcune iniziative vicine al nostro carisma, in particolare la “Caritas”.

Il nostro sguardo, però, era puntato sul primo dei grandi palazzi che affiancano il terreno, situato a pochi metri dal confine con la città, terreno dove è nostra intenzione far sorgere il secondo centro pastorale orionino in Ucraina. Già prima di Natale, gli appartamenti abitati erano un centinaio. Da subito ci è balenata l’idea di trovare il modo per incontrare queste persone a noi sconosciute. Fatta amicizia con gli addetti/e alla portineria (ci sono tre ingressi) abbiamo raccolto le prime informazioni utile. “Domani sera c’è la prima riunione di condominio– ci ha confidato una di esse durante una delle nostre visite/ispezioni; venite, presentatevi, dite cosa volete fare”. Detto fatto. Così una fredda sera di dicembre abbiamo potuto, a fine riunione condominiale, presentarci e chiedere un parere sul futuro di quel pezzo di terra antistante le loro abitazioni. Ci siamo iscritti al gruppo telegram del condominio iniziando così una prima comunicazione. Diverse persone hanno scritto le loro proposte e aspettative.

 

Dopo la pausa natalizia, approfittando del fatto che la benedizione delle famiglie qui si fa dopo le feste, abbiamo lanciato la proposta. Tre famiglie ci hanno invitato. È stato un primo segno, piccolissimo, ma per noi confortante. A fine maggio abbiamo iniziato a sistemare il terreno e a fare qualcosa per questa gente. Alla fine di giugno grazie ai rinforzi arrivati da L’viv (Don Egidio, il chierico Mykhailo C., i seminaristi Mykhailo K., Roman e Andriy e due amici di Casa-Cafarnao, Edik e Roman) si è potuto iniziare un campo di lavoro o meglio, “il lavoro nel campo”: sfalcio dell’erba, rimozione di rami secchi, livellamento del terreno ecc. Un lavoro certosino, manuale durato circa due mesi, che ha permesso a fine luglio l’apertura   del “Centro Giovanile Orione”.

 

Siamo riusciti a ricavare un campo da calcetto, uno da pallavolo e una zona relax adatta ai genitori ed ai bambini più piccoli, riparata dall’ombra di alcuni alberi. Dopo aver accolto i nostri amici disabili di Casa-Cafarnao che, accompagnati da Don Fabio e dall’educatrice Natalja, hanno trascorso qualche giorno qui a Kiev, finalmente giovedì 30 luglio i residenti del quartiere sono stati invitati a visitare l’area dove è stato avviato il “Centro Giovanile Orione”. Non l’abbiamo chiamato oratorio in quanto è una parola che qui nessuno ancora conosce.

 

La struttura è provvisoria ma diventerà in futuro “parte di un grande centro religioso e sociale”, come abbiamo scritto nel volantino informativo e nel video preparato per invitare a quest’evento. Insomma sono bastati alcuni bancali trasformati in panchine e tavolini, una rete da pallavolo (grazie all’amico Roberto Bissa di Milano) e due porte da calcio per attirare grandi e piccoli. Con alcuni di loro, oltre al gioco, è iniziato anche un fruttuoso dialogo in vero stile orionino. Dopo il primo mese di attività si è formato un gruppo (giovani coppie, soprattutto) di circa una ventina di persone che già manifesta lo “spaccato” di quella che in futuro sarà la nostra “missione”. Una coppia infatti è di rito Greco-cattolico; una seconda famiglia è di rito ortodosso del Patriarcato di Mosca; una terza è protestante (Battisti); altri giovani che si sono avvicinati sono chi ateo, chi agnostico… Sono interessanti le domande che pongono a fine partita (quasi tutte le sere ci troviamo per una partita di pallavolo o calcio) trattando tematiche varie. Per intensificare la conoscenza reciproca e formare gruppo, oltre ai momenti di gioco abbiamo iniziato a festeggiare i compleanni (già 5!) e abbiamo fatto alcuni pic-nic. La gente apprezza, si ritrova, ci ringrazia e con noi sogna già qualcosa di bello per loro e per i loro piccoli.

 

Il terreno si trova in mezzo alla campagna della prima periferia della capitale dove stanno costruendo una serie di nuovi palazzi (20/25 piani con 800/1000 appartamenti!); veri e propri agglomerati umani, anonimi e senza un punto di riferimento. Attualmente ci sono 850 appartamenti già pronti per essere abitati. Stimiamo che per il momento solo un 30/40% sono stati sistemanti e resi abitabili; quindi sono presenti all’incirca 250 famiglie.

Prima di Natale sarà pronta anche la seconda parte del palazzo (quello blu) antistante il nostro terreno dove ci sono altri 600 appartamenti! Questo fa pensare che la prossima estate dovrebbero esserci 1450 appartamenti abitati o quasi per un totale di circa 4000 persone (un paese insomma). In costruzione ci sono altri 5 complessi. Tra 2/3 anni attorno al nostro terreno ci sarà un nucleo abitativo con circa 4000 appartamenti. Calcolando tre componenti a famiglia fa 12.000 persone, soprattutto coppie giovani con bambini piccoli e sicuramente altri in arrivo…! Avremo, insomma, una “cittadina”, a pochi passi dal nostro centro.

 

Partendo da questi dati e soprattutto dopo la bella esperienza che stimo vivendo con l’apertura del “centro giovanile” abbiamo pensato di continuare il servizio appena iniziato e, valutando che tra qualche settimana siamo già in pieno inverno, vi abbiamo inviato la domanda per poter acquistare due container da cantiere, spaziosi e funzionali: 12 metri per 6. Uno potrà fungere da cappella dal momento che nel nostro territorio non c’è alcuna chiesa Greco-cattolica, garantendo così ai fedeli presenti un “primo” servizio liturgico. Il secondo container potrà essere utilizzato da sala per le attività che cercheremo di portare avanti o iniziare (oratorio, laboratorio diurno per i ragazzi disabili (stiamo valutando come e quando), punto di incontro, ecc.). Insomma, grazie a Dio stiamo già iniziando una piccola attività pastorale, ad un anno di distanza dal nostro arrivo, in una zona di missione, vera e propria, partendo dal contatto a tu per tu con le persone.

 

La Divina Provvidenza e la “Madre del Buon Consiglio” alla quale è dedicata il “centro pastorale” di Kiev, ci indicheranno poi la via da seguire per il bene di questa gente. Ora anche a Kiev c’è una porta sempre aperta per chiunque abbia una richiesta, un dolore, una necessità, senza domandare chi sei, da dove vieni, di che rito sei…

La sfida è bella, grande, attuale.

Noi ci siamo.

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