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Tortona – Per dire grazie di un dono prezioso

Tortona – Per dire grazie di un dono prezioso

Il COVDI-19 ha visto morire da soli, senza il conforto dei confratelli e consorelle, senza un funerale che riunisse parenti e amici, molti sacerdoti e suore orionine. Tra le comunità più colpite quella di Tortona.

Ieri, vigilia della festa di San Luigi, patrono del primo oratorio fondato da Don Orione, un gruppo di oratoriani ha voluto ricordare con una santa Messa i sacerdoti e suore che sono stati all’oratorio e che sono deceduti nei mesi del lockdown: Don Giuliano Baldi, Suor Maria Annetta Ribet e Suor Maria Assunta Orru. Oltre questi, hanno aggiunto Don Angelo Pellizzari, missionario in Paraguay, parroco della parrocchia San Michele a Tortona e nei suoi primi anni di sacerdote animatore all’oratorio San Luigi.

Tra i presenti c’erano gli ex oratoriani dell’oratorio San Luigi, che all’epoca era anche chiamato l’oratorio maschile, e le ex oratoriane dell’Oratorio femminile, tenuto dalle suore, genitori, laici della parrocchia, chierichetti. Con la chitarra e cantando canti che sono impressi nella memoria e nel cuore, si sono ritrovati ai piedi della Madonna della Guardia, per pregare e dire grazie.

Don Achille Morabito ha celebrato la santa messa, poiché anch’egli negli stessi anni era a Tortona come direttore del Teologico e frequentva l’oratorio per alcuni corsi biblici con i ragazzi.

Nell’Omelia don Achille ha ricordato il significato del ricordo delle persone che, come don Baldi, Suor Annetta, Suor Assunta e don Angelo, hanno segnato la crescita di molti giovani: ricordare è riconoscere di aver ricevuto un dono, ricordare è essere grati e rendere grazie, ricordare è far fruttare il dono ricevuto.

Alla fine della messa, è stato letto un brano che ha raccolto i pensieri e le emozioni di tutti i presenti:

Ci siamo ritrovati qui per ricordare le persone che hanno accompagnato i nostri anni all’oratorio, quando ancora c’erano quello maschile e femminile: Suor Annetta, Suor Assunta, Don Baldi e don Angelo.

Oggi siamo tutti “diversamente” giovani rispetto a quando li abbiamo conosciuti: c’è chi si è laureato, chi si è sposato e diventato genitore, alcuni tra noi sono diventati nonni o lo stanno per diventare.

Ma nel nostro cammino abbiamo continuato a mantenere vivi i valori che i nostri don e suore dell’oratorio ci hanno insegnato: il rispetto, la puntualità, la condivisione, la gioia, la fede, la carità.

Abbiamo di loro molti ricordi, che spesso ancora ci raccontiamo divertiti: di Don Baldi ricordiamo tutti gli avvisi alla fine della messa con le istruzioni per il lavaggio delle vesti dei chierichetti, la passione per le fotografie, i “lo sai che non voglio”, il bastone di ferro delle camminate a Ceresole Reale, la frase ripetuta al momento della consacrazione “è il Signore Gesù, si offre per noi”; di Suor Assunta ricordiamo il suo fare all’apparenza ruvido, che però nascondeva una grande fiducia verso gli animatori, lasciandoci organizzare partite di pallavolo o cene in oratorio, e la sua memoria, che ogni volta che ci incontrava le permetteva di chiedere aggiornamenti su genitori, figli e lavoro senza sbagliare un colpo; di Suor Annetta impossibile dimenticare la risata cristallina, il sorriso aperto, le sue guance rosse e la sua grande vivacità, a volte sembrava divertirsi più lei di noi. E con questo entusiasmo riusciva a coinvolgere tutti anche nei momenti di preghiera e di riflessione; di don Angelo passeranno alla storia le camminate Tortona-Pontecurone, le processioni, la ciotola di riso, la sua testimonianza di una fiducia incrollabile nella Provvidenza, che puntualmente lo sosteneva.

Oggi diciamo grazie a Dio per aver conosciuto questi figli e figlie di Don Orione che ci hanno lasciato una preziosa eredità nel cuore: l’amore per gli altri e per Dio.

Il modo migliore per ricordarli è quello di tenere sempre viva nel cuore e nei gesti la loro eredità.

Non possiamo finire il nostro incontro senza due gesti che ancora ci parlano di loro e che non possono proprio mancare: come avrebbe voluto Don Angelo dobbiamo cantare un’ultima canzone (NdR Quiero cantar una linda cancion, una canzone che aveta insegnato ai ragazzi don Angelo) e fare un applauso alla Madonna.

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