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Trebaseleghe – I ragazzi del Berna in servizio alla Casa

Trebaseleghe – I ragazzi del Berna in servizio alla Casa

Pubblichiamo la toccante testimonianza di Giulia Stocco, allieva del Berna del secondo anno di sala.

Il giorno 2 dicembre 2019, io e la mia classe seconda sala, siamo andati nella Casa riposo di Don Orione a Trebaseleghe (PD). Alla mattina noi studenti di sala con la professoressa Nedda Salvalaio, ci siamo trovati alla stazione di Mestre alle ore 8:00. Abbiamo preso il treno, ci siamo goduti il viaggio e alle 9:15, circa, siamo arrivati alla stazione di Trebaseleghe. Ci sono venuti a prendere con tre macchine della casa di riposo.

Entrati nella casa, sono stata presa da un momento di tristezza causato dalle circostanze e dalle persone “sole” che vedevo. Infatti, ogni volta che esco e vedo che qualcuno è solo mi siedo affianco a lui. Lo scopo della giornata era il pranzo di Natale, che questi signori avrebbero passato con la propria famiglia, o almeno per chi si è presentato. La responsabile con il Parroco della Casa ci hanno accolto raccontandoci alcuni dettagli delle situazioni che avremmo vissuto in quelle ore.

Poco prima di iniziare è arrivata una pedagogista che studia l’alimentazione per le persone con difficolta a deglutire. Ci ha fatto un discorso interessante sul suo lavoro. Al termine delle presentazioni hanno diviso me e la mia classe in squadre:
– SALA TEATRO c’erano 120 persone e i ragazzi che servivano erano: Giulia, Marika, Gaia, Arif, Filippo, Cristina, Camilla, Ina, Elena ed io.

– SALA DON ORIONE: c’erano 30 persone, come ragazzi c’erano Antonio, Aurora e Francesco.

– SALA DELLA MADONNA DELL’EQUILIBRIO: c’erano 15 persone e i miei compagni erano Denis e Angelo.

– SALA DON BOSCO: con 20 persone e i miei compagni: Alice, Gianfilippo e Luca.

Mentre stavo allestendo la sala, è arrivato un signore che viveva nella casa di riposo che voleva sedersi al tavolo prima di tutti. Non volendo vederlo da solo mi sono seduta vicino a lui per fargli compagnia e cercare di fargli spuntare qualche sorriso.

Arrivata l’ora di pranzo ci sono stati un paio di problemi nel servire, perché tra i tavoli c’erano signori in sedia a rotelle o nei passeggini che ostacolavano il percorso. Noi studenti avevamo però lo scopo di renderli felici e soddisfarli come meglio potevamo. Ci siamo fatti piccoli pur di riuscire a passare.

Verso la fine del servizio, quando stavo servendo il dolce, ho visto un signore che stava piangendo. Forse piangeva perché era felice o perché si sentiva veramente solo e, io che sono sensibile, lo ho accarezzato, gli ho dato dell’acqua e gli ho detto che andava tutto bene. Dopo averlo tranquillizzato, sono uscita dalla sala a piangere come una bambina.

Terminato l’evento, tra pianti e sorrisi ho apprezzato molte cose. Ho visto la bontà di un uomo che va a trovare la moglie nella casa salutandola con un bacio sulla fronte e dandogli una rosa che le ha accesso un sorriso che mi ha colpito. Ho ammirato la gentilezza delle persone che ci lavorano, perché non gli fanno mai mancare nulla. Ho apprezzato l’ingenuità di quelle persone che se gli fai un sorriso ti ricambiano con altri cento.

Io non ho visto molte cose negative le uniche che mi porto a casa è nel vedere donne e uomini con un passato alle spalle da portare avanti che si sentono soli in mezzo a tante persone. Anche se si dimenticassero chi sono, non si potrebbero mai dimenticare chi amavano davvero. Anche se con le parole non riuscivano ad esprimere quello che avrebbero voluto dire, si capiva che volevano raccontare delle emozioni bellissime.

Infine, verso le ore 15:00 ci siamo cambiati. In quel momento mi sono sentita triste perché mi ero già affezionata a quelle persone, sebbene sconosciute, ma troppo fragili. Siamo quindi risaliti in macchina e siamo arrivati alla stazione di Trebaseleghe e alle 15:45 siamo arrivati a Mestre. Abbiamo ringraziato la professoressa per il bellissimo evento e ci siamo divisi, ognuno per la propria strada verso casa.

Per concludere, vorrei augurare un Buon Natale alle persone come loro, con una realtà da combattere non voluta. Auguro loro di non mollare mai anche se la vita può riservare scrigni più bui, gli auguro di cuore un Buon Natale e li ringrazio perché mi hanno fatto apprezzare le piccole cose della vita.

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