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XIV Domenica del Tempo ordinario – Operai per la messe

XIV Domenica del Tempo ordinario – Operai per la messe

Dopo aver presentato domenica scorsa le condizioni essenziali per seguire Gesù, il Vangelo di oggi ci parla della missione dei settantadue discepoli.

Il numero settantadue richiama molti testi dell’Antico Testamento e indica, secondo la dimensione universalistica della salvezza del testo di Luca, che la Parola data a Israele deve raggiungere tutti i popoli.

Gesù dà molte indicazioni ai discepoli inviati: non fermarsi a salutare nessuno lungo la strada significa non perdersi in cose inutili, non portare nè bisaccia nè sandali perché chi non ha niente non convince per la sua ricchezza ma per la sua fede.

Anche noi, come i discepoli della prima ora, siamo inviati: questo discorso ci riguarda da vicino. “La messe è molta  e gli operai sono pochi.”  Sulla crisi delle vocazioni religiose, Papa Benedetto XVI nel 2016 diceva: “Il vero problema è che Dio sparisce dall’orizzonte dei giovani. I problemi della Chiesa non consistono nel calo dei fedeli o delle vocazioni, ma nel calo della fede”.

“Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. L’annuncio del Vangelo non sarà mai facile, ci saranno sempre lupi, magari vestiti da agnelli, che ostacoleranno sempre la vita dei discepoli: molti non vogliono sentir parlare di giustizia e di pace, di libertà e di dignità umana. Ma il discepolo non si scoraggia, perché sa che la storia è nelle mani di Dio.

Non sono tanto i risultati della missione che danno gioia ai discepoli, quanto il fatto che essa ci rende Figli nel Figlio, unendoci profondamente al suo destino d’amore per la morte e per la vita: i nostri nomi sono scritti in Cielo.

 

 

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