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Decreto Immigrazione e Sicurezza

Decreto Immigrazione e Sicurezza

Il decreto legge del 4 ottobre 2018 n.113 parla di argomenti caldi e attualissimi: sicurezza e immigrazione.

Il decreto si compone di tre titoli (più un quarto che si occupa delle disposizioni finanziarie e finali): il primo si occupa della riforma del diritto d’asilo e della cittadinanza, il secondo di sicurezza pubblica e l’ultimo di amministrazione e gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.
L’articolo primo cancella il diritto al permesso di soggiorno umanitario, che era prevista dal Testo Unico sull’Immigrazione, e quindi l’accessibilità ad un asilo di due anni ove lo stato concedeva l’accesso al lavoro, all’assistenza sociale e al servizio sanitario nazionale.
Sempre nel primo articolo si fa riferimento al nuovo “tipo” di permesso di soggiorno che avrà nuove modalità e tempistiche, rendendo più inconsuete le azioni di protezione umanitaria; questi ultimi permessi sono: per “calamità” (sei mesi), per “protezione speciale” (un anno), per “cure mediche” (un anno), per “atti di particolare valore civile” (rilascio da parte del ministro dell’interno) e per “casi speciali”.
Scorrendo gli articoli si nota il prolungamento degli stranieri nei centri di permanenza, da 90 giorni a 180 giorni, per l’accertamento dell’identità e della nazionalità.
Per i migranti che compiranno reati sarà possibile la revoca della richiesta della protezione umanitaria e l’obbligo di abbandonare la Nazione.
 
Il decreto tratta anche delle cooperative sociali che saranno monitorate assiduamente e costrette a pubblicare trimestralmente, su apposite piattaforme digitali, l’elenco delle persone a cui vengono versate somme.
Voltando pagina ed inoltrandoci nella parte riguardante la “sicurezza” emergono fatti nuovi e importanti, come il braccialetto elettronico o il taser.
Il braccialetto, uno strumento di controllo elettronico, si potrà utilizzare anche per i casi di stalking o violenza domestica, le forze dell’ordine potranno accedere alla posizione ed altre informazioni dell’imputato.
La “pistola taser”, ovvero un’arma ad impulsi elettrici, sarà provato dalle forze dell’ordine municipali per sei mesi nei comuni con più di centomila abitanti.
Il “Daspo urbano”, introdotto da Minniti nel 2017, verrà esteso, oltre che a manifestazioni sportive anche a: fiere, nei presidi sanitari, nei mercati e dove si svolgono spettacoli pubblici; da parte di chi è indiziato per reati collegati al terrorismo.

Fino al 2025 verranno stanziati 360 milioni da erogare alla pubblica sicurezza ed ai pompieri, per l’acquisto di nuove attrezzature informative atte al contrasto del terrorismo internazionale e per straordinarie esigenze.
Passando al terzo titolo si entra nel mondo della criminalità organizzata, il decreto chiarisce la liberalizzazione dei beni confiscati alla mafia ampliando la platea degli acquirenti e verranno ceduti al miglior offerente (anche un privato), invece che solo a enti pubblici, associazioni di categoria o alle fondazioni bancarie. Monitorando l’esito della compravendita per verificare che il bene non torni alla malavita.
Nell’emendamento viene citato anche l’utilizzo sperimentale di droni a servizio di certe forze dell’ordine, al fine di incrementare e finanziare la videosorveglianza.

QUI il documento integrale del decreto.

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