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Torino – Sale della terra e luce del mondo

Torino – Sale della terra e luce del mondo

Dal 27 aprile al 1° maggio si è svolto a Torino il corso di Formazione per animatori orionini dal tema “Sale della terra e luce del mondo”. Le comunità di Milano, Torino, Fano, Roma, Reggio Calabria e Palermo hanno scelto due giovani che potessero partecipare, impegnati attivamente nella pastorale giovanile orionina, con lo scopo di riportarne i frutti nelle realtà di appartenenza. I consiglieri Don Leonardo e Don Maurizio, aiutati da Francesca De Negri e dai chierici Riccardo Vanoli e Roberto Luciano, hanno guidato i giovani in questo percorso formativo, alla riscoperta delle seguenti tematiche: CHIAMATA, INCONTRO, DONO, STRADA, mettendosi in gioco in attività di ogni genere.

Partendo dall’incontro di mamma Carolina e papà Vittorio Orione fino all’apertura del collegio di San Bernardino, gli animatori hanno fatto memoria delle tappe della vita di Don Orione, fondamentali per la nascita della Congregazione.

Pontecurone, Voghera, Torino e Tortona sono stati i luoghi cardine per la scoperta della sua vocazione, a partire dalla nascita, l’esperienza nell’Ordine Francescano, poi con San Giovanni Bosco e nel seminario diocesano di Tortona. La scelta di vivere quest’occasione di crescita umana e spirituale a Torino è legata al fatto che sia luogo di incrocio di numerosi santi, a cui don Orione si è ispirato per la sua attenzione ai giovani, ai disabili e ai più sofferenti.    
venerdì e sabato, infatti, i giovani hanno avuto l’occasione di visitare il Santuario di Maria Ausiliatrice dei salesiani di Don Bosco, a Valdocco; la chiesa della Consolata, luogo di preghiera di numerosi santi sociali piemontesi; la Piccola Casa della Divina Provvidenza, o comunemente chiamata Cottolengo, fondato da San Giuseppe Benedetto Cottolengo.

Grazie agli incontri con i formatori di ANIMAGIOVANE, i giovani hanno approfondito il significato di ANIMARE, un insieme di Accoglienza, Nucleo, Identità, Metodo, Ambiente, Responsabilità ed Esperienza. Si sono messi in gioco per imparare le tecniche di animazione da palco, attraverso laboratori e lavori di gruppo, e le componenti fondamentali di un incontro di animazione: linguaggio, fisicità e tempo. Hanno messo a disposizione di tutto il gruppo i propri talenti, superando i propri limiti con creatività, fantasia, passione, forza e con una grande voglia di migliorarsi. Hanno subito sperimentato quanto appreso nell’organizzazione di una festa dal tema “The Bridge” per il gruppo di giovani orionini dell’oratorio di Torino, ricordando le parole di Papa Francesco di costruire ponti e abbattere i muri che ci dividono.

Lunedì pomeriggio i ragazzi hanno incontrato Roberto Franchini, il quale ha parlato dell’identità dell’animatore, in cui dovrebbero essere presenti in perfetto equilibrio tre figure: Narciso, Edipo e Animatore e quindi la voglia di divertirsi e fare divertire, il senso del dovere e i valori morali. Ha aiutato i nostri animatori a capire concretamente come dover intervenire a contatto col ragazzo, senza cadere nella tentazione di interrogarlo, valutarlo o consigliarlo ma aiutandolo a trovare da solo la soluzione al proprio problema. L’animatore deve essere empatico!

L’obiettivo da tenere a mente è di rafforzare i ragazzi, riducendo al minimo le regole senza eliminare i rischi, ma piuttosto educarli a gestirli. Ha ricordato le parole di Don Orione: “per educare un fanciullo occorre fare del bene davanti a lui, fare del bene a lui stesso e far fare del bene a lui. In questa dimensione di bene visto, ricevuto e fatto, egli non resisterà a diventare quale lo vorrete”.

Martedì mattina Francesca De Negri ha aiutato i nostri animatori a riflettere insieme sul Metodo paterno-cristiano, che Don Orione ci ha lasciato, rielaborando il metodo preventivo di Don Bosco. L’obiettivo di Don Orione era quello di portare Cristo a tutti e il metodo paterno-cristiano è basato sui tre concetti: Spirito di famiglia, Religione, Ragione e Affettività. Il ragazzo si deve sentire accolto e accettato dal suo animatore pur comprendendo la diversità dei ruoli come in un rapporto paterno. L’educazione dei giovani non è solo questione di cuore ma anche di ragione e di certo il nostro fine è quello di “avvicinare il cuore dei giovani per farne cristiana la vita”. La formazione è frutto di relazione, di amore che mette al centro la persona e il suo sviluppo integrale: spirito, mente e cuore.

I giovani che hanno partecipato a questa esperienza hanno messo in luce, in un momento finale di verifica, tutte le emozioni provate in questi giorni, tra tutte la stima e la professionalità che gli è stata mostrata dai propri formatori e la sorpresa di essersi messi in gioco mostrando le proprie capacità e i propri difetti senza riserve; di essersi sentiti accolti dal gruppo, avvolti in uno spirito di famiglia che è proprio della congregazione orionina e che permette ai ragazzi di sentirsi ovunque a casa.

Io non vi raccomando le macchine, vi raccomando le anime dei giovani, la loro formazione morale, cattolica, intellettuale. Curatene lo spirito, coltivate la loro mente, educate il loro cuore! Vi costerà fatica, vi costerà lacrime, disinganni e dolori. Ma volgete lo sguardo a Gesù e pensate che lavorate per Lui”. (San Luigi Orione)

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