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Vegliate!

Vegliate!

Al termine di questo anno liturgico, in questa e nelle prossime domeniche, leggeremo il capitolo 25 del vangelo di Matteo, il grande discorso sulla fine dei tempi. Nelle prime comunità cristiane era vivo il tema dell’attesa del ritorno di Gesù glorioso. I cirstiani aspettavano questo ritorno come imminente e si ponevano molte domande su questo argomento: Gesù era per loro un futuro imminente. E per noi oggi Gesù chi è? Quando mai verrà? Attendiamo ancora il Veniente oppure – come affermava Ignazio Silone – abbiamo per la sua venuta lo stesso entusiasmo di quelli che aspettano l’autobus alla fermata? “

Il ritorno di Gesù è una certezza della nostra fede, ma lui stesso ci ha detto “non sapete nè il giorno nè l’ora”. Vegliate: ecco l’atteggiamento del cristiano di oggi che attende Gesù. Come le vergini della parabola, anche noi siamo chiamati ad attendere lo Sposo ed a prepararci per il suo arrivo: servono la lampada e l’olio. Quando lo sposo arriva, quando il Signore ci viene accanto, dobbiamo essere pronti con lampada e olio, altrimenti non lo vediamo arrivare e rimaniamo fuori dalle nozze.

Vegliare è andare incontro al Signore con le lampade del desiderio accese; è essere saggi, cioè pronti a vivere il tempo lungo dell’attesa con l’aiuto dell’olio della fede, sapendo che è possibile anche addormentarci, ovvero di dimenticare, di rimuovere l’orizzonte della venuta del Signore. Come restare svegli allora? Lottando ogni giorno per non lasciare appesantire le nostre vite dalla routine, dalla ripetitività del quotidiano, vivendo nell’oggi l’incontro con Dio che viene, ogni giorno, nella nostra vita.

 

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