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Il mese mariano: qual era il rapporto di Don Orione con la vergine Maria?

Il mese mariano: qual era il rapporto di Don Orione con la vergine Maria?

Il rapporto di Don Orione con la Madonna è sincero e allo stesso tempo molto toccante, leggiamo qui di seguito un elaborato di un giovane di oggi, Francesco Volpe Junior.
Da secoli, il mese di maggio è conosciuto come il mese della Madonna, o meglio, come il “Mese Mariano”.

 <<La storia del mese Mariano comincia nel Medioevo con il tentativo di cristianizzare le feste pagane in onore della natura. Evocando la Madonna, la creatura più alta, si potevano unire insieme i temi della natura e della Santa Vergine>> scrive Alfredo Cattabiani. Maggio, fin dall’antichità, è considerato il mese dell’amore.  Prima dell’avvento del cristianesimo, molte feste pagane venivano organizzate nel mese di maggio per festeggiare la fine dell’inverno e l’inizio della bella stagione, ma soprattutto come occasione per gli incontri fra giovani affinché nascessero nuovi affetti e nuovi progetti matrimoniali.  Durante il Medioevo, il mese dell’amore è stato abbinato spontaneamente a Maria, la donna amata per eccellenza e madre per antonomasia. Sempre nel Medioevo si assiste alla nascita del rosario. La prima documentazione scritta sul mese Mariano compare in una composizione del re-poeta Alfonso di Castiglia nel ‘200 e in uno scritto del beato Susone, morto nel 1336. Nel ‘500, per arginare il carattere pagano delle feste primaverili, i predicatori incoraggiano il maggio mariano: tra essi ricordiamo San Filippo Neri. Nel ‘600 subentrano le così dette pubblicazioni specifiche: preghiere, canti, pratiche devote da distribuire lungo il mese e testi di meditazione abbinati ai vari giorni.Nel XIX e nel XX secolo, il mese Mariano diventa un qualcosa di profondamente importante.Le persone che hanno raggiunto la santità hanno sempre avuto un rapporto molto intimo e profondo con la Vergine Maria. Pensiamo a don Orione e al suo rapporto con la Madonna: “Un rapporto così sincero e allo stesso tempo molto toccante”.

–    DON ORIONE E LA SUA VOCAZIONE NEL FARSI PRETE: fin da quando era piccolo, don Orione ha sempre trovato conforto nella Vergine Maria. Quando era ancora un ragazzino, il grande “stratega della carità” ha sofferto moltissimo: ha dovuto abbandonare la scuola perché i genitori non potevano mantenerlo agli studi e ha aiutato il padre nei lavori manuali, toccando con mano l’essenza della povertà.  Nella biografia di don Orione, scritta da Monsignor Andrea Gemma, viene spiegato molto bene perché il giovane Luigi decide di diventar prete.  Nonostante fosse ancora un ragazzino, la propensione al sacerdozio in Luigi era molto forte. L’episodio più importante da prendere in esame è la visita alla zia Giuseppina a Casalnoceto (AL). Qui, gli viene raccontata la storia della Madonna della Fogliata e della sua cappella, ormai completamente distrutta. Straziato, il giovane Luigi comincia a pregare la Vergine: “Madonna santa, fatemi diventar prete ed io farò ricostruire la vostra casa…”. L’accordo è fatto: don Orione diventa prete e il 21 aprile 1907 viene inaugurato il santuario della Madonna della Fogliata… un luogo di culto che esiste tutt’oggi.

–    IL SOGNO DI DON ORIONE: la Madonna è sempre stata parte essenziale nella vita di don Orione, a tal punto da essere stata la protagonista di alcuni suoi sogni.  Il sogno del giovane Luigi, ancora ventenne e ancora seminarista, è uno tra i più noti. In quel tempo, il giovane Luigi erastato costretto a chiudere il suo oratorio a Tortona. Per alleviare il dolore, Luigi scrive una lettera alla Madonna:<<O Madre mia, che non hai mai abbandonato nessuno, deh! Non abbandonare questo tuo povero ed ultimo figliuolo! Non ne posso proprio più… Salvami, o Mamma cara, salvami coi miei giovani e col mio oratorio. Siamo calunniati e siamo abbandonati da tutti…Da me non posso proprio più andar avanti… Se tu non vieni, io mi affogo co’ i miei giovani. Vieni, o cara Madre, vieni e non tardare! […] Finora sono gli uomini che fecero andar avanti l’oratorio, ora i tuoi poveri fanciulli sono abbandonati da tutti. […] (Eccoti) Prendi la chiave dell’oratorio, io ti porgo la chiave! Vieni a consolare i tuoi orfani… (e non ci abbandonare)>>. Quella stessa notte, la Madonna appare in sogno a don Orione. Il sogno ha inizio con il “manto celeste” che comincia a stendersi prima su tutto l’oratorio e su tutti i fanciulli, poi su tutto il resto della città, fin quando la situazione non diventa del tutto trascendentale. Pian piano cominciano ad apparire sotto il manto della Madonna tanti ragazzi di diversi colori. Con questo suo gesto, la Vergine Maria fa intendere a don Orione di non essere stato abbandonato e che il suo oratorio, con tutti i suoi ragazzi, erano sotto la sua protezione. I tanti bambini di diversi colori, invece, simboleggianoi “discepoli” di don Orione: tutti quelli che hanno e che continuano, giorno dopo giorno, a praticare gli insegnamenti del grande “stratega della carità”. Don Orione, come sappiamo, non è conosciuto solo in Italia, ma in tutto il mondo: si pensi all’Argentina  visto che proprio 80 anni fa, il 28 aprile 1935, venne fondato il “Piccolo Cottolengo Argentino” a Claypole (Buenos Aires) e  che lo scorso 23 aprile, in quello stesso luogo, don Orione è stato ricordato dagli oltre 100 Vescovi delle diocesi argentine e dai tanti fedeli per essere riuscito a portare un minimo di speranza e di sollievo in quella che agli inizi del ‘900 era una terra poverissima e piena di problematiche.

–    DON ORIONE E LE QUATTROCENTO LIRE: come tutte le madri, la Vergine Maria non ha mai abbandonato nessuno. Una madre ha lo strabiliante potere di capire nell’immediato se il figlio ha qualcosa che non va: anche nei momenti di rabbia, sappiamo sempre di poter contare su nostra madre e siamo coscienti del fatto che sarà lì, pronta ad ascoltarci, a proteggerci e ad aiutarci. La stessa cosa vale per la Madonna. Don Orione, nel corso del suo operato, ne ha visto di tutti i colori ed è riuscito brillantemente nei suoi intenti solo grazie alla preghiera, quella autentica che viene dal profondo del proprio cuore. Pensiamo all’incontro con Angiolina Poggi. Il 15 settembre 1893, don Orione ebbe la benedizione del suo vescovo per poter aprire un nuovo oratorio a San Bernardino di Tortona. Il sacerdote, però, non aveva ancora i soldi per cimentarsi in questo nuovo progetto. Don Orione trova un locale, ma il proprietario voleva quattrocento lire per l’affitto. Che fare? La prima cosa che don Orione fa è quella di pregare la Vergine Maria.  Mentre stava tornando alla cattedrale, don Orione incontra Angiolina Poggi, una vecchina molto affezionata al sacerdote. Don Orione spiega alla donna quale fosse il suo progetto e quest’ultima chiede al sacerdote se fosse disposto a prendere suo nipote in Collegio. La manna dal cielo si concretizza quando la donna decide di pagare la retta nell’immediato: “Don Orione aveva trovato le quattrocento lire”.

–    Il MESE MARIANO: ci sarebbero tanti altri episodi da prendere in esame per analizzare la natura del rapporto tra don Orione e la Madonna. Ricordarli non significa solo esaltare la grandezza di don Orione, ma significa meditare sulla figura della Madonna e sulla Divina Provvidenza. I più grandi santi della storia sono stati prima di tutto uomini e come tali hanno dovuto patire tanto prima di raggiungere i propri obiettivi. Essendo questo il mese della Madonna, lo si viva come un input alla preghiera e alla spiritualità: il mese Mariano nasce per pregare, per riflettere, per meditare, ma soprattutto per ringraziare la Vergine Maria. Ci si ricordi sempre: “Nulla è impossibile se davvero si vuole qualcosa; nulla è impossibile agli occhi di Dio”. L’importante è pregare, incanalare la giusta energia e poi rimboccarsi le maniche.

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