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Monsignor Gemma: “Il dolore è scuola di vita”

Monsignor Gemma: “Il dolore è scuola di vita”

Riceviamo l’interessante intervista effettuata a Mons. Gemma da Don Giuseppe Valiante accompagnato da un giovane, Francesco Volpe volontario al don Orione di Monte Mario.

Da circa un mese, Monsignor Andrea Gemma è  ricoverato presso l’Ospedale San Camillo di Roma a causa di problemi cardiovascolari. il Vescovo emerito, nonostante la malattia, non perde la lucidità e la speranza, continuando a combattere per poter tornare il prima possibile in mezzo a tutti noi. Il giorno 12 aprile, Francesco ha avuto l’occasione di far visita a Monsignor Gemma con don Giuseppe Valiante presso la struttura ospedaliera in cui è ricoverato. Conversare con Monsignor Gemma non è cosa da poco: un’esperienza unica e un momento di profonda crescita, in cui è stato possibile affrontare  e approfondire tematiche d’attualità e di notevole rilevanza.

–    MONSIGNOR GEMMA E L’ANNO DELLA MISERICORDIA: come tutti ben sapete, il nostro insigne Papa Francesco ha indetto il Giubileo straordinario della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre 2015 e si concluderà il 20 novembre 2016. «Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio» ha affermato il Pontefice nell’omelia durante la recita dei Primi Vespri della domenica della Divina Misericordia presieduti – nella basilica di San Pietro – in occasione della consegna e della lettura della bolla d’indizione «Misericordiae vultus». I radicali cambiamenti della società contemporanea continuano a destabilizzare la Chiesa: oltre alla questione della “secolarizzazione”,  risulta ancor più grave il problema delle “guerre di religione”.  Nonostante le tante problematiche,  Monsignor Gemma non ritiene il Giubileo  straordinario della Misericordia alcunché di risolutivo.  Analizzando il concetto di “Chiesa” e di “Misericordia”, non potevano non essere citati Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, ma soprattutto la LETTERA ENCICLICA DIVES IN MISERICORDIA DI GIOVANNI PAOLO II. «Cristo, che è il nuovo Adamo… svela… pienamente l’uomo all’uomo e gli fa nota la sua altissima vocazione: egli lo fa proprio rivelando il mistero del Padre e del suo amore […]» viene scritto in quella che è la nota Lettera Enciclica, “Dives in Misericordia”. Il seguente passo viene riportato anche in quella che è la presentazione del 5° Convegno Ecclesiale Nazionale che si terrà a Firenze tra il 9 e il 13 novembre 2015. Un anno, quindi, che oltre ad essere all’insegna della misericordia, rappresenta  un lungo cammino di formazione e di riflessione.

–    MONSIGNOR GEMMA E L’EVANGELIZZAZIONE:  oltre al concetto di misericordia, si è discusso con Monsignor Gemma, sul tema dell’evangelizzazione. <<L’evangelizzazione si deve basare sul contatto diretto. Bisognerebbe  portare la “Parola di Dio” porta a porta come fanno i Testimoni di Geova>>, ci vien detto dall’illustre Vescovo. Evangelizzare significa praticare gli insegnamenti di Gesù Cristo, facendo sì che tutti ne capiscano l’importanza. Parlando di misericordia e di evangelizzazione, non potevamo non citare la famosissima espressione di don Orione: “La carità salverà il mondo”.  Oggi, le problematiche sono davvero tante, mentre le soluzioni sembrano pochissime. La chiave di volta dovrebbe essere la “carità”,  ma non tutti hanno davvero capito l’essenza di questo concetto. La carità è formazione, preparazione e lavoro di squadra. Affrontando questo delicatissimo tema con Monsignor Gemma, siamo arrivati alla conclusione che, oggigiorno, i centri d’ascolto  o gli sportelli d’ascolto online  rappresentano alcuni dei modi più interessanti per aiutare il prossimo. Oltre ciò, non ci si dimentichi dell’aspetto ludico della carità: i laboratori (teatrali, sportivi, di falegnameria, etc.) rappresentano degli strumenti utilissimi per aiutare a formare chi ha smarrito il cammino della retta via e vuole rimettersi in carreggiata. Come può la carità, quindi,  salvare il mondo se non ci si rimboccano le maniche per fare qualcosa di costruttivo? Parlando di don Orione con l’emerito Vescovo, non potevamo non chiedere qualcosa sul  7 marzo, quando Papa Francesco si è recato alla  parrocchia di Ognissanti di Roma in memoria di Paolo VI, che 50 anni fa, celebrò in quella chiesa la prima messa in lingua italiana.  Per Monsignor Gemma il passaggio alla messa in italiano è stato fondamentale ed è senza dubbio una prova che: “La Chiesa è sempre al passo con i tempi”.

–    MONSIGNOR GEMMA E LA MALATTIA: evangelizzazione, misericordia, don Orione, ma non finisce qui: “La malattia di Monsignor Gemma”.  La cultura predominante porta a screditare la malattia e a considerarla erroneamente come la fine di tutto. Si è soliti esclamare quando una persona ha dei problemi di salute: “Oh, poverino! Non se lo meritava”. In realtà, la malattia non è necessariamente qualcosa di negativo.  Sappiamo, infatti, che: “Il male non viene mai per nuocere”.  Questo perché, nella vita, le famose “cadute” sono delle semplici prove del Signore per capire quanto grande è l’amore che nutriamo per Lui. “Il dolore è scuola di vita” ci vien detto da Monsignor Gemma.  La malattia come “prova di Dio” non è pura filosofia: il dolore  esiste per davvero e sperare che le cose vadano per il meglio non è sicuramente semplice. L’emerito Vescovo è anche conosciuto per essere un esorcista: erroneamente, si potrebbe ritenere questo ricovero come una “vittoria” del demonio sull’illustre uomo. Fortunatamente: “Amor vincit omnia”.  Il dolore fisico, la demoralizzazione, la disperazione e addirittura la depressione sono tutti impedimenti della “tentazione”, che devono essere affrontati con la preghiera e con la fede. Approfondendo il concetto di malattia con Monsignor Gemma, è trapelato un altro aspetto importante:  il “Signore” e il “ demonio” rappresentano  due facce della stessa medaglia perché senza il bene non potrebbe esserci il male e viceversa. Se il demonio si beffa di noi attraverso la sofferenza, il “Signore” si serve di questa momentanea “umiliazione fisica e psichica” per capire meglio chi siamo, ma soprattutto per far esplodere il meglio che è dentro di noi. Secondo l’emerito Vescovo, nella vita c’è bisogno di prepararsi alla malattia: <<Tutto deve essere previsto e pre-accettato. Chi vive una vita rosea, senza sofferenza, non riuscirà ad affrontare serenamente la malattia e ad amare Dio>>, sottolinea Monsignore. La malattia è, inoltre, una sorta di: “Resurrezione”. Affrontare una situazione del genere in modo positivo, significa purificarsi, ma soprattutto: “Rinascere per l’ennesima volta”. Monsignor Gemma tiene a ribadirci più volte: “Non bisogna assolutamente tagliare i fondi alla sanità pubblica”.   Finora abbiamo parlato dell’aspetto più filosofico del concetto di malattia, ma nella realtà, i malati sono tanti e necessitano di tante cure. Queste ultime sono correlate a prassi burocratiche e hanno un ingente costo. Non investire nella sanità significa non investire sul futuro, sul progresso e sulla società.  

Monsignor Gemma ci ha lasciato con la sua benedizione e mettendo nelle preghiere don Angelo De Ninis, attualmente ricoverato per un brutto male al cervello. Mettiamo, quindi, nelle nostre preghiere Monsignor Gemma, don Angelo De Ninis e i tanti sofferenti che vivono nella sofferenza e che sperano di poter guarire al più presto.

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