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Pontecurone – 147 anni e non sentirli

Pontecurone – 147 anni e non sentirli

Sabato 22 giugno a Pontecurone, Don Aurelio Fusi, direttore provinciale,  ha presieduto la Santa Messa nel 147° anniversario della nascita di Don Orione.

Giovanni Luigi Orione nasce a Pontecurone, un paese nella pianura alessandrina, tra Tortona e Voghera, il 23 giugno 1872. È il quarto figlio, dopo Benedetto (1859), Luigi (1864) e Alberto (1868), di papà Vittorio e mamma Carolina Feltri: tutti lo chiameranno Luigi, come vuole l’usanza a quel tempo di prendere il nome del fratello, morto a poco più di un anno di età.

Ogni anno il paese natale di Don Orione celebra questo importante anniversario il sabato antecedente la data del 23 giugno, celebrando una messa nella piazza in cui nel 1983 è stata collocata una statua  del Santo. Quest’anno la festa coincide con la solennità del Corpo e Sangue di Cristo, una coincidenza molto significativa perché Don Orione era un “innamorato” di Gesù Eucaristia.

Don Aurelio Fusi nell’omelia ha sottolineato che la testimonianza di vita di Don Orione nel compiere le opere di carità può ispirare la vita quotidiana di ogni fedele: “Il vero cristiano dev’essere unito all’Eucaristia ed allo stesso tempo nell’esercizio della carità”.

Ed a coronamento di questa ricorrenza, ieri Don Aurelio Fusi ha presieduto la Santa Messa in Santa Maria e la Processione Eucaristica per le vie del paese fino a giungere nella Chiesa di San Giovanni Battista, luogo nel quale Don Orione ricevette la Prima Comunione. Nella riflessione Don Aurelio ha posto a tutti questo interrogativo che si trasforma in un concreto invito: “Se Don Orione è stato un uomo eucaristico, perché lui sì e noi no?” ha detto ai presenti.

Anche Don Orione ci sprona in uno dei suoi celebri scritti:

Tutto deve essere basato sulla Santissima Eucaristia: non vi è altra base, non vi è altra vita, sia per noi che per i nostri cari poveri. Solo all’altare e alla mensa di quel Dio che è umiltà e carità, noi impareremo a farci fanciulli e piccoli con i nostri fratelli e ad amarli come vuole il Signore (…). La migliore carità che si può fare ad un’anima è di darle Gesù! E la più dolce consolazione che possiamo dare a Gesù è di dargli un’anima. Questo è il suo regno”.

 

 

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