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Firenze – 5° Convegno Ecclesiale Nazionale

Firenze – 5° Convegno Ecclesiale Nazionale

Uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare: le “cinque vie”, le cinque parole che si sono ripetute in questi mesi di preparazione in tutta la chiesa italiana, su cui si è cercato di riflettere negli incontri parrocchiali come nelle assemblee organizzate nelle varie diocesi d’Italia. Ma queste cinque vie hanno acquistato concretezza solo quando, nel pomeriggio del 9 novembre, i 2200 delegati da tutta Italia hanno cominciato a percorrere fisicamente, passo dopo passo le vie di Firenze.

Dalle quattro Basiliche più significative della città : Santa Croce, Santa Maria Novella, Santo Spirito, Santissima Annunziata, dopo un momento di preghiera si sono incamminati in processione verso la Cattedrale.

Da qui è iniziato il Convegno, dalla gioia dei partecipanti, dagli abbracci di chi si ritrovava dopo anni dall’ultimo incontro e soprattutto dallo stupore alla vista della Cupola del Brunelleschi, simbolo assoluto di bellezza, di quell’umanesimo che nella bellezza ha la sua radice, bellezza creata dall’uomo che riflette la suprema Bellezza di Dio.

Dopo il passaggio attraverso il Battistero, appena restaurato, splendente di luce, per fare memoria del battesimo e guardare a Cristo, Signore dell’universo, i delegati sono arrivati in cattedrale. E la cattedrale stessa ha parlato: “E’ la mia voce che ora ascoltate, sono Santa Maria del Fiore” così ha esordito il Cardinale di Firenze, Giuseppe Betori citando l’Opus Florentinum di Mario Luzi composto in occasione del Giubileo del duemila, opera dedicata a Santa Maria del Fiore, fatta figura della Chiesa. “In queste parole si illumina la consapevolezza di mutua appartenenza tra Chiesa e città che trovate rappresentata nelle pareti di questa cattedrale e quella convinta apertura al dialogo tra ricerca dell’uomo e verità cristiana, che papa Francesco traduce nella felice immagine di Chiesa “in uscita” ha proseguito il Cardinale. Per poi concludere: “Il luogo che vi accoglie, questa cattedrale, casa delle fede e della cittadinanza del popolo fiorentino, è il frutto della cultura di un popolo consapevole di quale fosse la radice che la faceva germinare e che alimentava l’umanesimo che andava costruendo per offrirlo come un dono all’intero mondo. Tale radice era così chiara alla coscienza di questo popolo che la fece incidere sul cielo a cui rivolgeva lo sguardo in questo luogo sacro, nel miracolo ardito e perfetto della cupola di Filippo Brunelleschi, dove volle fosse l’immagine della meta verso cui siamo in cammino, che ha al suo centro Gesù, in cui riconosceva la pienezza dell’umano. “Ecce Homo”, proclama l’angelo che scorgete sopra il capo del Cristo glorioso, volto compiuto del disegno d’amore del Padre sull’umanità. In questa indicazione il Convegno ha già il cammino tracciato”.

E’ stata poi la volta del Sindaco Dario Nardella che ha definito questo grande appuntamento della Chiesa italiana «un’occasione irripetibile per tutti i cattolici, ma non solo: ha un significato decisivo per tutti gli uomini di questa città e di tutte le città», sia per i credenti sia per i non credenti. Papa Francesco, ha proseguito il sindaco, «è un punto di riferimento anche per noi, rappresentanti delle istituzioni laiche del nostro Paese. Un uomo aperto al senso religioso può sempre ricominciare, in un tempo in cui tutto sembra disgregarsi». Ogni città è fatta di speranza», e la speranza «è la certezza del futuro che nasce dalla stima per quello che siamo adesso».

Senza dubbio un inizio carico di promesse per questo convegno appena avviato: di lì a poco i convegnisti si sono riversati per le vie fiorentine, che si sono animate in maniera diversa dagli altri giorni, quando sono affollate di turisti. Erano sì piene di gente, ma si respirava un’atmosfera gioiosa: tanti preti, suore, famiglie, giovani e qua e là gli zucchetti rossi e viola mescolati fra la gente: vescovi e cardinali con il loro popolo, pastori tra le pecore come raccomanda Papa Francesco. Una serata carica di attesa per le successive giornate del Convegno, ma soprattutto per la visita di Papa Francesco il giorno seguente. Calata la notte, nel centro quasi deserto e senza auto l’atmosfera era irreale: Firenze era in attesa, molti pregustavano già la visita del Papa.
Si può dire con certezza che la realtà ha superato ogni immaginazione!

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